Doppio sogno dell’arte

2RC fra artista e artefice
Museo de la Estampa
Mexico City – 2011

2011

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Testo di Achille Bonito Oliva

L’immagine è il portato di un campo di segni disseminati fuori da qualsiasi idea di percorso e tutti pronti a rientrare dentro se stessi, a sognare la propria esilità ombratile. Il sogno non è fatto di immagini ferme e perentorie ma di filamenti di immagini pronte a frantumarsi nell’intreccio di molti itinerari. Esso è fatto per essere guardato da un occhio interiore, nella mobilità delle sue tracce. Tracce che sono nello stesso tempo durature, radicate nella storia dei sogni che abbagliano e hanno abbagliato la storia millenaria degli uomini e della terra, l’immortalità: Burri.

Le forme germinano direttamente nel sogno dell’opera, ritagliato nella sua inquadratura, quella che trova i suoi bordi nei confini della scultura che sono poi i confini del sogno stesso. Il linguaggio germinante dell’arte provoca molti fiori, anche l’ossimoro del giardino come deserto. Esso prolifera su se stesso e inonda la superficie del quadro con attento disordine. L’attenzione nasce da una disciplina biologica del linguaggio, che si dispone sempre secondo rapporti e relazioni di istantaneità: Victor Pasmore.