Studio di Francis Bacon

Londra
Study from a human body
Right panel of the triptych
Seated figure
Testo di Valter Rossi da La vita è segno

Con la nostra base attiva a New York, contattai e convinsi Pierre Levée, della Galleria Marlborough, ad immaginare di realizzare alcune grandi incisioni di Francis Bacon.

Da anni il suo nome aveva un tale impatto e potenza, da poter aprire al mercato una visione improvvisa. Come un’apparizione senza precedenti.

Opere grafiche di Bacon se ne erano viste ben poche, e quelle poche solo in forma riproduttiva.

Dopo una breve e rapida esperienza tecnica con l’artista, per stabilire le condizioni necessarie per rendere il lavoro scorrevole, si passò ad affrontare un trittico a cui teneva moltissimo.

Capii dal primo soggetto che Bacon ci voleva portare su un terreno difficile, quello del colore, forse per metterci subito nella posizione più delicata. Ci impose, come sfida perentoria, “un arancio velenoso”, indefinibile nella sua infernale luminosità.

Un arancio con un’anima Dantesca.

Sicuramente, quindici anni prima, non saremmo stati in grado di superare e soddisfare una richiesta così sottile, avevamo raggiunto nel tempo molta esperienza e maturità.

Partimmo dal nero, come faceva lui nei suoi dipinti, con le giuste morsure d’acido ed i relativi rapporti di trasparenza, coprenza dei colori, decisi da Eleonora. Riuscimmo, già dalla prime prove, a stupire l’artista che si liberò da ogni pregiudizio negativo.

Da quel momento partecipò generosamente alla nascita del trittico con la massima attenzione ed interesse. Fu il presagio di una fattibile futura collaborazione per altre felici edizioni.

Eravamo rimasti d’accordo che sarebbe andato, nel periodo di Pasqua, a Barcellona da un amico per riposarsi, e subito dopo avremmo dato inizio ad un nuovo e più complesso progetto. Morì in Spagna.

Le tre opere rimangono nel mio soggiorno e in molte altre case fortunate in giro per il mondo. La loro presenza premia il nostro sforzo e la poesia di un grande artista.