Kilim Anatolici

1986

Western Anatolia Bergama

19th Century

Central Anatolia   Sivirihisar

2nd Half of the 19th Century

Il termine «Kilim» (dal persiano «Gelim» e dal turco,”Kilim”) indica un tessuto di tipo piano e, a differenza dei tappeto, senza crespo. Oggi in uso nelle lingue europee senza varianti, fatta eccezione per il tedesco «Kelim», il termine era per lo più sconosciuto appena quindici anni fa.Tessuti simili si ottengono anche con altre tecniche quali la Zili, la Soumak e la Cicim, ma in Anatolia i Kilim sono prevalenti. Essi venivano prodotti per uso personale dai nomadi, ed erano I’unico arredo che potessero utilizzare nei loro spostamenti. Il concetto di mobile europeo non esisteva e gli utensili, i vestiti e le dispense alimentari erano conservati in sacchi e borse di tessuto. Kilim di piccolo o grande formato mentre ornavano pareti e pavimenti proteggevano la tenda dall’interno, altri venivano utilizzati per pregare. Le stesse tende spesso erano tessute. Alle latitudini meridionali era sufficiente lavorarle con lana di capra nera mentre in Asia centrale, verso il nord, se ne vedevano a forma di cupola coperte di feltro.Il Kilim è un’arte popolare che sta scomparendo è forse per questo che da qualche anno al crescente interesse per i tessuti si accompagnano seri studi sulle loro origini, che ottengono risultati sorprendenti. E’ probabile che l’origine dei disegni sui tessuti anatolici possa risalire agli inizi dei neolitico nell’Asia Minore, e che già alcuni millenni fa si realizzassero in Anatolia tessuti di tipo piano molto simili a quelli odierni. Ed è anche questo passato di storia che fa dei Kilim un oggetto d’arte e che lo distingue nettamente dal tappeto.

Jurgen Rageth