Mario Ceroli

sculture e carte vetrate
2RC Roma – 2002

Rememberance

2002

Galleria Mantellate

2002

Il diavolo

2002

Galleria Mantellate

2002

La donna nuvola

2002

Galleria Mantellate

2002

La 2RC presenta la mostra di Mario Ceroli, l’intera opera è stata realizzata in occasione di questo evento. La mostra è composta da 8 gigantesche carte vetrate, una grande scultura ed una nuova incisione realizzata con la Vigna Antoniniana e pubblicata dalla 2RC. Il soggetto su cui ruota il lavoro è Il Diavolo.

Verrà inoltre presentato il catalogo “La frontiera del primo foglio n. 8” Con una conversazione tra Francesco Villari, Duccio Trombadori e Mario Ceroli dal titolo “IL NOME DEL DIAVOLO” Visita allo studio di Mario Ceroli.

TROMBADORI – Mi pare che il bello di Mario consista specialmente in una inesauribile capacità di sorprendere, sorprendersi e soprattutto nella gran voglia di divertirsi quando mette mano all’opera e alla forma. Questa effervescenza emana dalle immagini e dai contorni che respirano nello spazio e tu avverti il battito del cuore della forma: è una vita che zampilla come una fontana inesauribile. Qui c’è davvero lo zampino del “diavolo” nel senso in cui ne parlavi poco fa. Il diavolo libera le forze vitali, e così nasce quella forma in divenire in cui si vede la giuntura di due corpi di fiamma in torsione verso l’alto mentre si dissociano e quasi si disperdono nell’aria, accennando a metamorfosi della materia, legno, fuoco, aria e via via in un moto perpetuo. Al centro è questa scultura animata da listelli ritorti e dipinti variamente di rosso. Le corrispondono immagini su fondi monocromi disegnate o dipinte o incise sulla carta vetrata: e vedi donne che abbracciano figure ingigantite del sesso maschile, o tracciano profili nell’aria che aprono lo spazio verso profondità cosmiche, mentre i segni suggeriscono nuove densità cromatiche, piani di biologie fantastiche e strani chimismi lirici. Sono fantasie che emergono direttamente dalla materia manipolata e sollecitata ad esprimere la sua interna vitalità. E’ qui che Ceroli inizia una avventura formale e al tempo stesso narrativa. Come se scrivesse un diario in pubblico ed una annotazione intima, una confessione ed un autoritratto allo specchio. Sulla carta vetrata si imprime il negativo della materia e così il demone della esistenza si misura con il bisogno di trovare il riposo di una forma, di modellare visivamente l’energia primaria. Ecco cosa vuol dire “dare forma al diavolo”, e fino a che punto questa esigenza coincide con la volontà d’arte di Mario, ciò che lo spinge costantemente a lavorare, a realizzare l’opera.